Come forse avrete visto, venerdì 13 novembre abbiamo presentato i corsi della Scuola di filosofia alla libreria Dedalus. La serata è andata molto bene, la libreria era gremita e l’atmosfera piacevole e rilassata.
Chi non è potuto venire trova qui il file audio della presentazione. Dura circa un’ora e si articola così:
- introduzione di Pier Aldo Rovatti
- Mario Colucci parla di pericolosità sociale (inizia a 18 min)
- Giovanna Gallio parla di scrittura di sé (inizia a 26 min 13 sec)
- Raoul Kirchmayr parla di Marx (inizia a 34 min 46 sec)
- Massimiliano Roveretto parla di Nietzsche (inizia a 48 min. 14 sec)
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E qui inseriamo anche la paginetta che viene letta come premessa:
Questa iniziativa ha il suo primo atto di nascita con l’istituzione a Trieste di un Laboratorio di Filosofia Contemporanea: sono ormai passati più di dieci anni ma le ragioni e le finalità sono rimaste quelle di chiedersi perché l’interesse verso la filosofia è così diffuso e al tempo stesso perché non trova la possibilità di esprimersi pienamente nell’ambito dell’insegnamento istituzionale.
Dare ascolto a questa esigenza ha significato per noi interrogarsi sul senso del fare filosofia e sulla possibilità di aprire nuovi spazi al di fuori dai circuiti già esistenti. Così, nel 2013, è stato messo in opera un progetto di “Scuola” completamente autonomo e aperto a tutti, studenti, operatori in vari settori e anche insegnanti. La risposta è stata decisamente positiva sia in termini di quantità di adesioni sia per la qualità del lavoro avviato. Il primo anno abbiamo scelto come titolo “Soggetti smarriti”, il secondo anno si è proposta la questione “Saperi e poteri”. La terza edizione – quella per la quale si chiede il supporto materiale dell’incentivo regionale – affronterà il tema “Mettersi in gioco”. Il sottotitolo, “Strumenti per un pensiero critico”, che abbiamo tenuto fermo, fornisce un’idea di come intendiamo proporre questo lavoro filosofico, insistendo sul carattere civile e pubblico della filosofia e sull’esigenza – oggi palese a ogni latitudine culturale – di considerarla uno strumento critico non limitato specialisticamente ma fruibile da tutti coloro che vogliono allargare la propria prospettiva di pensiero, qualunque sia l’attività svolta nell’ambito sociale.
Da qui discendono i caratteri distintivi della nostra iniziativa: rivolta all’intera cittadinanza, provvista di un linguaggio non tecnico in senso stretto e dunque ampiamente comprensibile, centrata su un insegnamento non frontale, sempre seminariale e dialogico e mirante alla socializzazione dei partecipanti e alla produzione soprattutto di una coscienza critica. Una filosofia, quindi, senza confini chiusi e senza formule magiche, aperta agli altri saperi, alle scienze sociali e a quelle legate al concetto di vita, di salute e di salute mentale.
Ci siamo assunti un compito difficile con forze certo sproporzionate, tuttavia grazie al Laboratorio abbiamo alle spalle un lavoro decennale condotto sul territorio in collaborazione con le scuole e altri enti, a Trieste e in Regione, e possiamo anche mettere a frutto l’esperienza maturata dalla redazione della rivista “aut aut” (molto nota nel settore) che fin dall’inizio si è gemellata al Laboratorio di Filosofia Contemporanea. Che valesse la pena di assumerci questo compito, nonostante i mezzi scarsi, lo attestano i risultati assai lusinghieri fin qui ottenuti: la nostra “Scuola” (le virgolette sono d’obbligo) ha avuto un’adesione elevata (mediamente cento richiedenti ogni anno), ha richiamato partecipanti dall’intera Regione (e anche da fuori), ha mantenuto un alto livello di partecipazione attiva ai seminari e ai laboratori (inclusa la produzione di testi ed elaborati individuali e di gruppo), ha riscontrato provenienze culturali molto differenziate e una diffusa esigenza da parte dei corsisti di reiterare l’esperienza fatta. Nonché, a livello di primo consuntivo, una più che soddisfacente socializzazione dei partecipanti, alcuni dei quali hanno rilanciato l’interesse dell’esperienza con iniziative individuali e locali.
È utile aggiungere una considerazione sui docenti e sulla condivisione del progetto. Il gruppo da cui è nato il Laboratorio di Filosofia Contemporanea e di seguito la Scuola di Filosofia di Trieste deve la sua omogeneità a un percorso intellettuale in larga misura comune, attraverso la formazione universitaria, attraverso le pratiche di insegnamento e nel sociale, e attraverso un’idea condivisa di filosofia critica e civile (cioè impegnata pubblicamente) imperniata sulla questione della soggettività nell’orizzonte attuale di pensiero e sul rifiuto di ogni chiusura dentro visioni pregiudiziali di verità filosofica.
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