Laboratorio a cura di Annalisa Decarli
«La descolarizzazione della cultura e della struttura sociale richiede che la tecnologia venga usata in modo da consentire una politica partecipativa. Solo sulla base di un accordo della maggioranza si possono fissare limiti alla segretezza e alla crescente potenza [tecnocratica], senza ricorrere a una dittatura. Abbiamo bisogno di un ambiente nuovo in cui si possa crescere senza essere divisi in classi: altrimenti avremo uno splendido mondo nuovo in cui saremo tutti educati dal Grande Fratello». Questa è la lungimirante conclusione del saggio “In luogo dell’istruzione”, in appendice alla opportuna riedizione del libro Descolarizzare la società , operata da Mimesis nel 2019, a quasi cinquant’anni dalla sua pubblicazione.
L’autore, lo storico e filosofo Ivan Illich, individua nella scolarizzazione uno «strumento di progresso tecnocratico» che modella un società nella quale ai «bisogni non materiali» si risponde con beni di consumo e i processi vitali naturali vengono resi «risultati di servizi o di “trattamenti”». Lo stesso sapere è ridotto a merce, nel momento in cui è considerato «la realizzazione di obiettivi istituzionali» e viene capitalizzato ai fini della promozione sociale.
L’analisi della scuola che, nell’ottica di Illich fonda la società nel suo complesso, permette di far luce su tutte le istituzioni e sul rapporto che ciascuno di noi intrattiene con esse, mettendo in discussione ciò che appare ovvio perché assimilato inconsapevolmente e acriticamente.
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