coordinato da Vincenza Minniti
Quanto ci identifichiamo con il corpo che ci è capitato? Quanto incide lo sguardo dell’altro sul nostro essere o avere un corpo ? Quanto tutti i sensi legati alla percezione, dall’udito, all’olfatto, a quella”superficie profonda” che è la pelle contribuiscono alla costruzione e/o alla ricostruzione del corpo? Con quale corpo abitiamo il presente? Quanto il corpo presente che abbiamo corrisponde al corpo che siamo? Un “corpo in cerca d’autore” è solo quello dell’adolescente? Quanto questa ricerca attraversa il tempo che siamo? Quanto riguarda lo spazio in cui siamo. Abitare il presente riguarda le funzioni principali della filosofia: spazio e tempo, essere e divenire. Parole fondamentali della filosofia. “Diventa ciò che sei”, monito filosofico e direzione della ricerca di sé (conosci te stesso) nel percorso psicologico e in quello filosofico.
Per approfondire i temi cui alludono le domande che pongo come filo del laboratorio utilizzeremo sia le suggestioni che di volta in volta potranno venire dalle lezioni dei Cantieri, sia dei testi che via via indicherò.
Comincerò dal libro Un uomo che dorme di Georges Perec. Scritto alla seconda persona singolare, il testo appare come una specie di diario in cui il protagonista parla a sé stesso. Il protagonista è uno studente che la mattina dell’esame, invece di alzarsi, lascia suonare la sveglia e richiude gli occhi. Un anonimo studente che si educa all’indifferenza rispetto a tutto, mostrandoci quello che i suoi occhi registrano, e che di solito scorre trasparente sotto il nostro naso.
George Perec, Un uomo che dorme, Quodlibet
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