Laboratorio a cura di Vincenza Minniti
A partire da Ovidio ci chiederemo quale immagine ci restituisce il nostro specchio, esaminando il rapporto tra narcisismo e autobiografia nella letteratura.
*
Il mito di Narciso sarà il punto di partenza per riflettere sulla trasformazione di noi stessi e per analizzare la differenza tra guardare-guardarsi, conoscere-conoscersi a partire dai verbi usati nella lingua latina e nella lingua greca. Qual è lo specchio che ci permette di guardarci e o di conoscerci? Ma a chi e come raccontiamo l’immagine che vediamo?
Per rispondere a questa domanda considereremo il rapporto tra la scrittura autobiografica e la nascita della moderna concezione dell’individuo che nel XV secolo ha sviluppato l’idea di antropocentrismo, cioè la tendenza a porre l’uomo al centro dell’universo e della riflessione filosofica. Rifletteremo dunque sulla questione dell’evoluzione dell’idea di identità personale e sullo sviluppo del concetto di individualismo.
Da Rousseau, riconosciuto come il primo scrittore autobiografico moderno, a Jean-Paul Sartre, a Elias Canetti, a Natalia Ginzburg si è arrivati alla condizione per la quale ogni individuo ha potenzialmente qualcosa di interessante da raccontare e che vale la pena di essere ascoltato o letto. Mentre Montaigne aveva deciso di dedicarsi al racconto di sé stesso proprio in qualità di uomo comune.
Confronteremo le posizioni sul racconto autobiografico in letteratura nella sua relazione con il narcisismo, che può essere sano o patologico come dice Vittorio Lingiardi nel libro Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo (Einaudi 2017), testo che ci aiuterà ad approfondire il tema proposto dal cantiere “La cultura del narcisismo”.
*
Le lezioni dei 3 Cantieri si svolgono in plenaria, mentre per i Laboratori della domenica (ore 11.30-13-30) ci si divide in gruppi (due in presenza, uno per chi frequenta da remoto). Ogni corsista dovrà scegliere il Laboratorio a cui iscriversi.
Lascia un commento