Alla fine dell’ultimo incontro si è posta la questione di dove avviare le discussioni online. Farlo via mail diventa difficile per la mole di messaggi che si svilupperebbe. Abbiamo proposto Facebook ma non tutti sono d’accordo. Una soluzione potrebbe essere fare le discussioni direttamente qui, sul blog, attraverso i commenti nelle pagine dei singoli corsi, oppure avviando una discussione ad hoc attraverso un nuovo articolo (post).
Il problema sarebbe la privacy, bisognerebbe rendere l’intero blog o almeno alcune pagine accessibili e visibili soltanto dagli iscritti alla scuola (e ai docenti) – altrimenti i commenti potrebbero essere fatti anche da chi non è iscritto e legge questo blog per caso.
Se dite che questa potrebbe essere una soluzione al problema possiamo cercare di capire come fare.
Un’altra questione emersa era come fare per conoscerci meglio e qualcuno aveva proposto che ognuno mandasse una sua foto e 3 righe di autopresentazione, per dire di cosa si occupa, che potremmo mettere sempre qui sul blog. Ovviamente questa iniziativa sarebbe facoltativa, nessuno sarebbe obbligato a farlo se non vuole. Chi vuole, quindi, mandi a info@filolab.it (Deborah Borca) queste informazioni.
Fateci sapere cosa ne pensate (commentando questo post).
Il commento alle singole sezioni dei corsi sul blog mi sembra la cosa più adatta. Non ho il timor panico dei social network, ma mi sembra legittimo che chi non è su fb non voglia crearsi un profilo ad hoc. Sui commenti esterni: anche lì, forse, se l’intenzione della scuola è uscire dalle sue mura, provocare discussione, non abbiamone paura; chiaramente, se qualcuno interviene solo per disturbare, può essere escluso dai commenti..
Credo che si potrebbe approntare un forum ad hoc. ad esempio aprendone una con http://www.invisionpower.com/apps/board/
Ciao,
anche a me piace molto l’idea del forum dedicato; qualora riuscissimo ad avere ciascuno un profilo personale, potrebbe rappresentare una soluzione ad entrambe le questioni.
Tenete anche conto che non tutti sono così pratici con Internet, per cui limiterei i siti da usare. Blog come quello dei WuMing che ospita sempre moltissimi commenti e discussioni funziona come questo: c’è un argomento che loro propongono e poi gli utenti commentano sotto. http://www.wumingfoundation.com/giap/
Invisionpower ha un costo di 20 euro al mese, il che immagino significhi che se smetti di pagare (a scuola chiusa, per esempio), anche i contenuti spariscono.
[Deborah Borca]
ok, allora meglio questo o una cosa analoga a invisionpower ma gratuita (se si vuol fare un forumper gli iscritti alla scuola, quindi anche con materiale da far girare)
Sono dell’idea che il gruppo chiuso su facebook costituisca la soluzione più semplice. È ovvio, però, che dovrebbe essere una proposta accolta se non altro da una larga maggioranza.
Per quanto riguarda il forum, wordpress ne offre di gratuiti: http://www.sos-wordpress.it/come-creare-un-forum-su-wordpress-con-bb-press/
Credo, però, che il forum richieda più impegno agli amministratori di una pafina su Fb, ma sul punto mi piacerebbe avere il parere di qualche esperto
Sarebbe davvero paradossale se voi, per condurre la mia battaglia contro i dispositivi di potere, decideste di comunicare attraverso uno di essi, forse il più efficace della vostra epoca, quale facebook è, magari anche escludendo o costringendo a iscriversi chi non ha un profilo.
Buonasera professor Foucault
Sono lieta di leggerla. Forse non lo sa, ma stanno circolando drammatiche notizie – evidentemente false – in merito al suo stato di salute.
Se preferisce, possiamo proseguire sulla sua pagina facebook
https://www.facebook.com/MichelFoucaultAuthor?ref=ts&fref=ts
Le auguro una buona serata
Buon giorno, credo che la proposta di scrivere direttamente qui sul blog della scuola sia la più efficace e semplice anche per chi non è molto pratico di internet o non vuole cedere a facebook.
Sono d’accordo con Carlo e anche a me piace l’idea che queste discussioni siano aperte e possano essere uno stimolo anche per chi quest’anno non è riuscito a partecipare alla scuola; per quanto riguarda la possibilità di scambiarsi il materiale attraverso un blog dedicato, l’idea è molto interessante ma probabilmente la mailing list per questo scopo può funzionare già molto bene.
In ogni caso approfitto per ringraziare tutti della disponibilità che dimostrate e dell’impegno che dedicate a questa scuola.
Laura
La lezione di M. Micoli ha stimolato in me alcune considerazioni che vorrei condividere con tutti voi.Parto da un “evento” concreto per tentare di costruire un’idea più generale di un fenomeno (Economia capitalistica) che sempre più ci rende precari nel fare, smarriti nel pensare. L’evento interessa la nostra regione ma è, secondo me, emblematico di una “filosofia del capitale” sempre più planetaria.
La vicenda Electrolux di Porcia (Pordenone) chiama ogni coscienza ad una attenta e profonda riflessione sul futuro della Civiltà umana. Siamo a una svolta epocale e questa crisi economica mette a nudo anche altri valori che finora sembravano far parte del DNA di ogni Uomo o Donna di questo pianeta.
L’Economia Capitalistica sta mostrato il volto e i caratteri “somatici” più ortodossi e atavici della storia degli ultimi due secoli.
Si passa dal governo dell’economia di mercato al controllo delle libertà individuali, fino all’organizzazione degli spazi in cui gli individui vivono. Tutto, ormai, sotto il lucido controllo dell’occhio del “Grande Fratello”, di una economia pervasiva e invasiva.
Nulla e niente ferma la sua corsa verso l’unico suo scopo: denaro e ricchezza.
Film come: “Capitale umano” e “The Wolf of Wall Street”, ancor meglio di queste misere parole raccontano il degrado, la decadenza morale della realtà.
L’Uomo, per alcuni immagine del proprio Dio, per altri valore Universale, soccombe ed è minacciato, sempre più, dalle “ferree” leggi del “Santo Mercato”; “si è, per quanto si produce e quanto si consuma”.
La dimensione dello Spirito, dell’Anima, della sfera sociale e affettiva è sempre più ridotta a un’appendice individuale e in solitudine.
Il Capitalismo ha oggettivato il Soggetto e “animato” gli oggetti, le cose.
L’Uomo ritorna minuscolo e fragile, le speranze che accompagnano il suo cammino si frantumano nell’ineluttabilità di un “destino” segnato dal “mito” più sporco che sia stato creato dall’uomo stesso: IL DENARO.
L’Uomo è in guerra con l’Uomo secondo categorie non proprio dissimili dalle guerre “calde”. Parole come Competitività, Efficienza, Meritocrazia, Flessibilità sono le armi, sono strumenti che solo nel fine si immolano, e il Fine è sempre lo stesso: IL PROFITTO, IL DENARO.